25 aprile: la liberazione oggi si chiama disarmo




Pietro: il nonno è nato che c'era ancora la guerra.
Mamma: si, è vero. E lo sai che giorno è domani?
Pietro: si, il giorno che si fa la festa perché è finita quella guerra. Quindi domani si fa una festa con la torta.
Mamma: beh, con la torta non lo so.
Pietro: si, facciamo una torta con sopra disegnato un fucile e sopra il fucile una croce che vuol dire "fucile no" "guerra no".

Pietro: ma questa festa di domani c'è tutti gli anni?
Mamma: si, per ricordarsi.
Pietro: quindi oggi è la festa che è l'ultimo giorno che c'era la guerra. Anche oggi dobbiamo fare la festa.

Diciamo che Pietro nella sua interpretazione della giornata di domani si avvicina inconsapevolmente a tutti quelli che saranno a Verona ad #Arenadipace... http://arenapacedisarmo.org 

E poi la questione della festa e del fucile è proseguita con un escalation di Pietro che vuole costruire una cartello con il fucile con la X sopra da mettere fuori dalla finestra per farlo vedere a tutti e poi con Pietro che vuole coinvolgere Giovanni e Marta nel disegnare tanti cartelli da mettere in un banchetto per distribuirli a tutti, domani. E con la mamma che cerca di trovare vie d'uscita praticabili senza smorzare l'entusiasmo ma salvando l'idea originaria di andare a fare i turisti per Roma con la cuginetta... 

Bello e brutto

(dopo 3 ore di attesa in varie tappe)

Pietro: ma loro pensano che questo è un posto bello? E' proprio per quello che è brutto!
Mamma: cosa?
Pietro: vedi che è nuovo, tutto colorato... così tutti lo vedono e pensano che questo posto è bello. E quindi ci vengono. Così qui ci sono troppe persone e dobbiamo aspettare troppo tempo e quindi il posto diventa brutto!


L’Ufficio di mamma e papà visto da un bambino di 5 anni e mezzo

Per terra sembra che ci hanno versato il pepe.

Ha tante stanze che per trovarle ci vuole la mappa. Quindi è come un labirinto. Però fiorito, perché ci sono i cartelloni colorati. 

Al piano in cima c'è una pistola ad acqua che spara acqua frizzante (però non è a forma pistola ad acquale, è a forma di macchinetta del caffè).

In cima c’è un terrazzo che si vede pure il cielo.

C'è la fotocopiatrice che dentro ha cento mani, perché tutti i bambini che passano ci lasciano la foto delle mani. (E comunque le mani le sa disegnare benissimo).

Le persone sono belle. Di lavoro perdono dei fogli, poi lì cercano, poi li ritrovano.

In ufficio di papà c'è appeso Volverine. Forse perché devono combattere con i cattivi.

L’ufficio di mamma è il più brutto. Perché è da sola. Però per fortuna può aprire la porta.


NdR: Papà che nel suo ufficio ci fosse Volverine l’ha appreso in quel momento. Praticamente, supereroe a sua insaputa.

Venerdi Santo al Pronto Soccorso



Una scheggia di legno della panchina di scuola si è infilata in una gamba di Pietro e si rifiuta di uscire. Dopo due giorni capita che è venerdi santo e che si vada al Pronto Soccorso dell’Ospedale Bambin Gesù e che il tutto finisca con alcuni tentativi, poi due taglietti e due punti. E questo, più o meno, è il resoconto che ne ha fatto Pietro. Collezionato tra mille conversazioni e scambi e racconti.

Cosa andava bene in Ospedale

Mamma: cosa andava bene in Ospedale?
Pietro: Che quando siamo arrivati il dottore dietro il vetro sapeva già quando ero nato.
Che sul muro c’erano due Papa. Uno con in braccio un bimbo e uno senza.
Che c’erano “tutti quanti voglion fare il jazz” sul muro.
Che c’era i cartello con la sigaretta con scritto “papà no”.
Che c’era il bagno con il sapone rosso e lo specchio.
Che c’era pure Boing con i cartoni, però non si capiva chi aveva il telecomando e non si sentiva niente.

Mamma: e come erano i dottori?
Pietro: bravi.
Mamma: pure se ti hanno fatto un po’ male? Piangevi e urlavi forte…
Che vuol dire che erano bravi?
Pietro: che erano simpatici.
(Pausa)
Pietro: E che ci sono riusciti a togliere la scheggia.
(Pausa)
Pietro: però non mi lasciavano guardare.

Cosa non andava bene in Ospedale

Mamma: e cosa non andava bene in ospedale?
Pietro: che bisognava andare dentro e fuori e aspettare.
Che non sapevano come si chiama il bambino in braccio al Papa.
Che non ci hanno dato il braccialetto bianco (si, lo so che quello rosso è solo per i gravi e che quello bianco te lo danno solo se dormi lì, però potevano anche fare la regola che te lo davano lo stesso, era meglio).

Post Ospedale

Mamma: Pietro! Non fate la lotta. Hai i punti!
Pietro: vuol dire che Giovanni non mi può picchiare?
Mamma: certo.
Pietro: pure se io lo picchio?
Mamma: no!

Andando a dormire (le regole da cambiare) 

Pietro: comunque meglio che c'eri oggi con me.
Mamma: si, anche io sono stata contenta che c'ero con te.
Pietro: però se c'era anche papà era ancora meglio.
Mamma: eh, si. Però sai, in questi posti tipo ospedali di solito può entrare solo uno per accompagnare. Quindi o c'era mamma o papà.
(Pausa)
Pietro: allora se c'era uno che aveva mezza faccia di mamma e mezza di papà e che era mezzo mamma e mezzo papà poteva entrare...
Mamma: si, ma forse proprio così faceva un po' strano, no?
(Pausa)
Pietro: quando siamo grandi io e Gio' la cambiamo questa regola. Facciamo che possono entrare due. Così è ancora meglio.

Ps: A me ha colpito che Pietro abbia chiesto ai dottori come si chiamava il bambino (che non abbiamo visto) che era sdraiato lì prima di lui (Federico, ha risposto la dottoressa bionda) e se adesso stava bene.



Le Uova del Papa

Mamma: sai che il Papa ha regalato le uova di Pasqua ai bambini che sono ricoverati in ospedale al Bambin Gesù, dove eravamo ieri?
Pietro: quando gliele ha date?
Mamma: ieri.

(Pausa)

Pietro: ma visto che gliele ha date il Papa e visto che sono malati possono aprirle prima o devono aspettare anche loro che sia Pasqua?

Le regole (2)

Mamma: Pietro lo sai che non si può portare il pupazzetto in classe. Mettilo nello zaino. Poi la maestra lo requisisce, ricordi?
Pietro: no, lo tengo. Che poi tanto all'uscita me lo dà. E fino a che non lo scopre ci posso giocare. Quindi è meglio, no?

la regola

Mamma: Giovanni, non devi portare a casa le cose di scuola.
Giovanni: ma non mi ha visto nessuno mentre le prendevo.
Mamma: e che importa? Se non si può fare, non si può fare. Pure se non ti vede nessuno.
Giovanni: no, non è così la regola. Se non ti vede nessuno vale.

il funerale

Mamma: Pietro, è vero, ma prima devo andare ad un funerale, ti ricordi cosa è un funerale?
Pietro: come quello dei braccialetti rossi.
Mamma: si, come quello. Quando muore una persona tutti i suoi amici, tutti quelli che la hanno conosciuto...vanno a salutarlo...
Pietro: beh, puoi anche non andare.
Mamma: (tra il sorpreso e il dispiaciuto) perché?
Pietro: (sicuro) perché ritorna.

il punto debole

Pietro (ai videogiochi): quale è il nostro punto debole?
Pietro: forse il nostro punto debole è che lui è troppo forte!